Smettiamo di Confondere Business e Piacere
30 giugno 2011 § Lascia un commento
Può essere una novità per alcuni (giovani), ma gli affari e il piacere non sono sinonimi. Con l’avvento e ormai il proliferare di piattaforme di social media la possibilità di continuare ad interagire attraverso strumenti come Blackberry iphone Ipad e altri, il confine tra il business e la vita personale sono si è sempre più sfumato, questo vi porta ogni giorno a confondere e a superare sempre più spesso il confine tra vita personale e vita lavorativa.
Ma non ci siamo fermati qui, quante volte confondiamo le amicizie con “amici” strettamente legati al Mondo lavorativo??! Oppure quante volta inviamo e-mail di lavoro “mascherate” da un aspetto amichevole “Ciao… Come stai?……”, questo non fa altro che ridurre lo spazio
Oppure ci troviamo in situazioni tali che per separarci completamente dal lavoro, ci ritagliamo spazi di completo isolamento, senza poter essere raggiunti da nessun, ma senza pensare che al rientro alla “vita” tutto torna come prima e torniamo nella confusione delle relazioni lavorative e nulla è cambiato nella nostra vita
Per mia personale esperienza, è fondamentale prendersi dei momenti per se stessi, che siano hobby, sport o qualsiasi altra cosa, ma che di fatto ci permettano di staccare la testa dal Mondo di tutti i giorni e che ci porti ad un altro livello di pensiero – vi posso assicurare che nel momento in cui si deve per necessità rientrare nel lavoro, siamo pieni di energia positiva, carichi fisicamente e pronti ad affrontare le avversità che tutti i giorni ci tocca affrontare.
Godetevi la Vita, è una sola, e tutto quello che perdiamo oggi non sempre possiamo recuperarlo domani
Lo sapevate?
27 giugno 2011 § Lascia un commento
Vorrei condividere con Voi un filmato che fa riflettere in maniera importante su quanto la Nostra Era e il Mondo in cui viviamo stiamo esponenzialmente viaggiando ad una velocità a dir poco imbarazzante, ai limiti della “guidabilità” ( utilizzando un termine automobilistico)
Vi prego di guardare il filmato e tornate e qui per rispondere ad alcune domande
– Ma questa velocità sta creando valore per la nostra vita?
– Ci rendiamo conto il ritmo che il nostro Mondo ci sta imponendo?
– Per quanto saremo in grado di sostenere questo ritmo?
Pongo queste domande, partendo dal fatto, che io stesso mi rendo conto di vivere ad un ritmo a dir poco sostenuto ogni giorno, e quando mi fermo e mi giro indietro mi rendo conto che forse non era abbastanza e quindi continuo a correre sempre più veloce
Ne vale la pena?, la risposta è semplice, se ci fa stare bene, allora ne vale la pena, senza mai dimentarsi quali sono i valori importanti della Vita
30 cose di cui si ha bisogno e non
22 giugno 2011 § Lascia un commento
Avete la sensazione, come me, che lo tsunami della vita quotidiana, stiano diventando troppo le cose di cui non abbiamo bisogno, e non abbastanza di quelle che facciamo? Con la presente la mia prima serie di suggerimenti su come ridurre lo squilibrio:
Abbiamo bisogno di meno – Abbiamo bisogno di più
Informazioni Sapienza
Miliardari Frivoli Insegnanti Appassionati
Auto-promozione Auto-consapevolezza
Multitasking Controllo della nostra attenzione
Disuguaglianza Equità
Zucchero Proteine Lean
Azione Riflessione
Super dimensioni Piccole dimensioni
Private jet Treni ad alta velocità
Calcolo Passione
Esperti Studenti
Incolpare Assunzione di responsabilità
Sentenza Discernimento
Texting Lettura
Rabbia Empatia
Risultati Profondità
Critiche costruttive Note di ringraziamento
Possesso Significato
Giustizia Fare la cosa giusta
Domande Curiosità
Più ore Più dormire
Lamentarsi Gratitudine
Seduti In movimento
Vendere Autenticità
Cinismo Realistico ottimismo
Autoindulgenza Autocontrollo
Velocità Rinnovo
Email Conversazioni
Vincere Win-win
Immediata gratificazione Sacrificio
Prepararsi alla Guerra – Sun Zu insegna
20 giugno 2011 § Lascia un commento
La guerra è di somma importanza per lo Stato: è sul campo di battaglia che si decide la vita o la morte delle nazioni, ed è lì che se ne traccia la via della sopravvivenza o della distruzione. Dunque è indispensabile studiarla a fondo.
SUN ZU
Consulenza…ora cambia nome…Responsabilità, supporto, visione
19 giugno 2011 § Lascia un commento
La consulenza si sta modificando sempre più, e lo vivo personalmente sulla mia pelle;
Il cosiddetto vecchio stile consulenziale, promuoveva una persona in abito o giacca e cravatta che dava indicazioni, suggerimenti, faceva formazione, ma di fatto raramente se non quasi mai prendeva decisioni.
Oggi le Aziende di tutto il Mondo vogliono molto di più, e cosa intendiamo con molto di più;la figura si sta modificando e avvicinando verso una figura di temporary manager, di comunque qualcuno in grado di entrare nei dettagli, ovviamente investire più tempo all’interno dell’Azienda, ma allo stesso tempo che possa dare nuovo vigore e tanta energia, visioni differenti e un’apertura mentale che proviene dallo stesso continuare a viaggiare tra un luogo e l’altro, trasferendo informazioni e suggerimenti positivi, allo stesso con la capacità di comprendere se la strada intrapresa è quella errata (facendo raffronti con situazione già vissute, con attenzione che ogni Azienda è diversa dall’altra)
Inoltre oggi, parlare di consulenza si possono aprire migliaia di fronti, dalla consulenza del benessere al consulente aziendale, che a sua volta si suddivide in un’ampia serie di campi di applicazione
Per quanto riguarda noi, il nostro obiettivo è collaborare a stretto contatto con le Aziende offrendo il massimo sostegno, anche extra orario lavorativo (telefonate serale di allineamento o incontri nei momenti liberi) e se necessario prendersi responsabilità a sostegno di progetti. Se vogliamo dare il massimo alle nostre Aziende dobbiamo essere pronti a dare il massimo, in termini di sforzo e rischio
L’arte della persuasione – in pratica
17 giugno 2011 § Lascia un commento
La persuasione è un catalizzatore per ottenere che il lavoro venga svolto, per pervenire ad una soluzione che non può realizzare da soli.
Corsi di MBA, libri di leadership, e le classi di executive education riconoscono l’importanza della persuasione, ma raramente la insegnano come arte pratica e, se lo fanno, il tutto è incentrato di solito su presentazioni formali e PowerPoint.
I manager e i diversi responsabili hanno più bisogno di consigli fondamentali su come persuadere. Prendendo spunto da alcuni insegnamenti provenienti da oltre oceano abbiamo sviluppato una serie di domande che possono servire come punto di partenza per qualsiasi leader.
In primo luogo,è necessario riconoscere il vostro scopo: c’è una differenza tra voi e il pubblico che volete persuadere, quindi chiedetevi:
– Voglio cambiare il modo in cui il mio pubblico pensa o sente qualcosa?
– Voglio motivarli a fare qualcosa?
– Oppure voglio cambiare il loro pensiero (e sentimenti) e motivarli a fare qualcosa?
Le domande successive hanno a che fare con chi stai cercando di convincere. Abbiamo tutti sentito parlare di quanto sia importante per capire il tuo pubblico, dopo tutto, queste sono le persone che hanno il potere di realizzare il vostro scopo o meno. Ma come si fa?
Si devono sapere quattro cose:
– Chi sono? Ci sono differenze fra loro rilevanti per persuasaderli?
– Qual è il mio rapporto con loro?
– Che cosa pensano e sentono a riguardo del mio obiettivo?
– Che cosa pensano e sentono di me?
Passo successivo è di concentrarsi sul contenuto. La creazione di una persuasione efficace coinvolge la logica, le emozioni, ethos. La logica permette di interfacciarsi con la parte razionale del pubblico; l’argomento è il veicolo primario per questo tipo di persuasione. In termini pratici, questo significa che una conclusione supportata da dichiarazioni e le prove a sostegno influiscono positivamente sulla persuasione.
Ecco alcune domande da porci prima di iniziare:
– Quali sono i migliori argomenti che posso fare per raggiungere il mio scopo?
– Ho bisogno di comprendere gli argomenti rispetto ai diversi segmenti di pubblico?
– Quali prove sono necessarie per sostenere i miei argomenti? Quanto ne ho bisogno?
Sarebbe consolante pensare che le decisioni delle imprese sono fatte rigorosamente secondo ragione. Ma la ricerca in psicologia, nelle scienze cognitive e in economia comportamentista hanno dimostrato che l’emozione pervade tutto ciò che facciamo, compreso il pensiero e il processo decisionale.
Di seguito le domande relative sull’aspetto emotivo della persuasione:
– Quali emozioni devo generare nel pubblico per raggiungere il mio scopo? Quali devo evitare?
– Come è possibile stimolare i sentimenti adeguati tra il pubblico?
Ethos è la percezione del pubblico di un oratore o scrittore come personaggio veicolate attraverso la persuasione; quando consideriamo l’ethos, ecco le domande:
– Come mi percepisce il mio pubblico? (Spesso una domanda difficile!)
– Come voglio che mi percepiscano?
– Come posso spostare il mio pubblico alla percezione desiderata?
È possibile creare un ethos inautentico, ma se non sei un grande attore, è difficile nascondere se stessi. Una volta che il pubblico che si accorge che si sta fingendo, di solito si hanno poche possibilità di convincerli di nulla, tranne che sei inaffidabile.
Si hanno molti mezzi per convincere un pubblico, da promemoria e PowerPoint a video e tweets, i più creativi utilizzano i media,ma ricordatevi:
– meno distrazioni possibili riguardo a quanto volete comunicare
– essere convinti, permette di essere convincenti indipendentemente dal formato
Buon lavoro
Da non dimenticare
16 giugno 2011 § Lascia un commento
Mi piace riportarvi una frase che ho sentito durante un convegno
Non ci sono lavori ignoranti, ma solo lavoratori ignoranti
Cosa significa, che oggi nonostante la crisi, se si vuole e si ha bisogno di lavorare, e’ sufficiente ave voglia e dimostrare dignità in quello che si fa
Pensate che oggi la disponibilità di lavori in Italia e’ veramente elevata, “purtroppo” si tratta di lavori manuali, lavori che hanno permesse alla nostra nazione crescere e prosperare fino a poco tempo fa
Ritorniamo alle nostre origini, e mettiamo umiltà e in ogni cosa che facciamo
Ricostruire un’azienda – insegnamenti dal Giappone nell’applicazione del kaizen
10 giugno 2011 § 1 Commento
In un articolo del 28 marzo 2011 sulla rivista Nikkei Business il Dr. Fumikatsu Tokiwa, l’ex presidente del colosso giapponese cosmetici Kao Corporation, ha dato le sue opinioni sui principi che dovrebbero guidare la ripresa dell’industria giapponese a seguito delle recenti calamità naturali. Ci sono sei principi e mentre questi sono specifici derivanti dall’esperienza del Dr. Tokiwa con aziende giapponesi e dei consumatori, possiamo trarre degli insegnamenti anche per le nostre attività.
Principio 1. Cogliere l’occasione per cambiare i nostri valori di fare le cose
Che cosa egli intende con questa affermazione piuttosto generale è che le persone sono diventate del tutto abituati a vivere con abbondanza e hanno perso il senso di gratitudine per quello che hanno, volendo sempre di più. Egli pone la responsabilità di questo in parte sull’industria manifatturiera stessa, la quale ha perseguito una crescita dei profitti da “quantità rispetto alla qualità”. Egli critica l’abitudine di differenziazione del prodotto attraverso una maggiore funzionalità in quanto a orientamento tecnologico, piuttosto che incentrati sulle esigenze dei clienti. Come risultato, non solo sono il non ottimale dei prodotti, i metodi di produzione e anche l’uso di energia e di risorse è diventato non ottimale. In altre parole, siamo molto dispendiosi in quanto consumatori e produttori, e si deve approfittare di questo momento per ricalibrare i nostri valori.
Principio 2. Vedere l’altro lato: yin e yang
C’è più di una prospettiva e tutte le cose devono essere studiate dal polo opposto – un yin yang per una. Sorprendentemente, il dottor Tokiwa contesta il lean thinking, identificando la “visualizzazione” all’interno di aziende manifatturiere come la conseguenza non voluta di scartare ciò che non può essere visualizzato, come esperienza umana e “cuore”. Mentre egli afferma che è a favore della gestione visiva in linea di principio, ha colpe la pratica gestione della produzione di visualizzare solo ciò che è facile: i parametri di rendimento e dati finanziari. Egli pone il “cuore” al polo opposto di efficienza, di yin e yang, un importante richiamo alla posizione di persone in centro durante la costruzione o la ricostruzione di qualsiasi settore.
Principio 3. Ricordate che i beni ei servizi sono inseparabili
Le scene di degrado del disastro che hanno colpito parti del Giappone è particolarmente sorprendente perché è uno dei paesi più sviluppati, con elevati standard di vita, con l’abbondanza di merci e di convenienze. Questi disastri ci hanno mostrato che la produzione di energia non è sufficiente, in mancanza di logistica per le merci al punto di consumo è praticamente inutile. L’esperienza di consumo di un prodotto è sempre la combinazione di duro e il morbido, i beni ed i servizi. Quando si ricostruisce l’industria, il dottor Tokiwa ci ricorda che dobbiamo pensare l’esperienza del cliente e di ridisegnare l’intera catena di approvvigionamento, piuttosto che semplicemente i parchi industriali.
Principio 4. Considerare dove trovare centri produttivi
Ci sono tre consigli specifici dal Dr. Tokiwa. Primo è quello di imparare da questa vulnerabilità di avere tanti impianti di produzione di un tipo simile in una regione piccola e invece di disperderli in una situazione geograficamente più consona. Il secondo è la manutenzione della rete e la cooperazione tra le aziende che hanno permesso a molte fabbriche di avviare le attività subito dopo il disastro. Il terzo è quello di evitare di produzione off-shore nel perseguimento di bassi costi e invece mantenere le fabbriche in Giappone o regioni in cui gli sforzi di recupero rapido possono essere effettivamente adottate. La lezione generale che possiamo trarre da questi punti è che abbiamo bisogno di progettare le nostre catene di fornitura con la comprensione dei fattori di rischio, sia la frequenza e la gravità, e costruire una rete resiliente adeguatamente tenendo in considerazione i costi, ma non che non siano l’unico fattore decisivo.
Principio 5. Mettere il back focus con la gente sul Gemba
Dr. Tokiwa spiega che la forza fondamentale di industria giapponese è stata la collaborazione tra la direzione e i lavoratori in prima linea. Egli cita il kaizen e la pratica delle persone in via di sviluppo come essenziale per la reputazione in Giappone per la qualità. Egli osserva che questa tradizione è stata indebolita da poco in nome di ristrutturazione e riduzione dei costi. Dice che una leadership forte per raccogliere e mettere a fuoco le idee e l’energia della gente sul Gemba è tanto più necessario in mezzo a catastrofi naturali e di confusione.
Principio 6. Recuperare la filosofia di pensare a lungo termine nel settore manifatturiero
Kao Corporation è stata fondata nel 1887. Essi hanno sopravvissuto per 124 anni in parte a causa di questa filosofia a lungo termine e con investimenti in ricerca e sviluppo. In effetti la filosofia di lungo termine incentrata su R & D di base è stata la fondazione di molte tecnologie e prodotti innovativi che proveniva dall’industria giapponese. Dr. Tokiwa mette in guardia contro la tendenza verso una gestione di tipo americano sottolineando trasparenza e la visualizzazione dei parametri, con conseguente valutazione trimestrale performance di business e di pensare a breve termine. Mentre gran parte di questo articolo è dal punto di vista giapponese e una riflessione sul settore manifatturiero giapponese in questo momento di crisi, il dottor Tokiwa fa ricordare ai lettori che abbiamo un live in un mondo in cui oggi siamo tutti collegati e che nessuna nazione può sopravvivere solo nel lungo termine. Per ridisegnare il recupero e con successo dell’industria si deve considerare la più ampia prospettiva.
Questi stessi principi per il recupero in tempo di crisi si applicano a qualsiasi industria o settore, in qualche misura anche a ricostruire le carriere personali, delle famiglie e la vita dopo la rottura dalla recenti calamità naturali.
Fonte: gembapantarei
Quando gli invincibili diventano “vincibili”
2 giugno 2011 § 1 Commento
Gary Wendt, amministratore delegato di GE Capital durante il suo periodo di massimo splendore, una volta disse che il segreto del suo continuo successo è stata la paura che la sua attività potrebbe cadere da un dirupo in qualsiasi momento. Senza la presenza della paura, la roccia appare spesso e improvvisamente.
Recentemente abbiamo assistito alla caduta in disgrazia di un certo numero di aziende considerate “blue chip”. Parliamo di aziende come Johnson & Johnson, Toyota e Goldman Sachs le quali hanno subito imbarazzanti cadute, e quindi: come hanno potuto queste aziende best-in-class avere una così rapida caduta?
Prima di tutto, questo non è un fenomeno nuovo. Quasi ogni nota Azienda, ha attraversato almeno un momento di difficoltà, momenti di difficoltà improvvisa e imprevista. Ricordate la lotta di IBM per sopravvivere quando era in ritardo sul mercato dei personal computer di piccole dimensioni? O l’acquisto disastroso GE di Kidder Peabody? oppure il fallito tentativo di Motorola di costruire una rete satellitare a basso costo? Questi sono stati grandi aziende con una leadership di alto livello, i processi di gestione solida, e l’accesso ai migliori e più brillanti strateghi. Eppure inciampato comunque.
Peter Drucker ha detto una volta che la più grande maledizione di una società può avere è di venti anni di successi. E ‘vero. I gestori delle aziende di successo tendono a diventare compiacenti e anche arrogante, supponendo che i risultati passati continueranno e che le formule che prima funzionavano funzionerà in futuro.
Un’altra dinamica psicologica che contribuisce a vincibility improvviso è che i leader di business di successo di solito hanno un forte interesse a proteggere i loro attuali prodotti, clienti, e gli investimenti – e quindi può inconsciamente trascurare o evitare le tendenze o tecnologie che potrebbero minacciare quella base. Ecco perché alla fine degli anni C.K. Prahalad usato per suggerire che la strategia di una società dovrebbero essere sviluppate dal suo rookie di trenta anni, invece dei suoi veterani: La nuova guardia saranno più conferiti al futuro che al passato.
Anche come individui, ciascuno di noi è soggetto alle stesse dinamiche di aziende di successo. Se stiamo facendo bene, il nostro eccesso di fiducia può devolvere in compiacenza, pensando che il nostro futuro continueranno sulla stessa traiettoria nostro passato. E quando questo accade, esita ad avventurarsi in nuovi territori, di apprendere nuove competenze, per sviluppare nuove relazioni. Restiamo con quello che sappiamo ha lavorato, assumendo che le nostre carriere sono sicuro.
Oggi viviamo in un mondo in cui quel senso di sicurezza può scomparire in un battito cardiaco – se la vostra azienda cade dalla rupe, o apporta modifiche significative al fine di evitare la scogliera. Come un investimento per persone fisiche, la performance passata non è garanzia di successo futuro. Quindi, per tenere in guardia, porsi queste domande:
Cosa fareste se il vostro lavoro è stato improvvisamente eliminato, in outsourcing o spostato?
Come si sta preparando te oggi di competere in un’economia globale di domani?
Come posso riapplicare le mie competenze ad altri settori se il mio settore non ha più opportunità?
Potrebbe non essere necessario rispondere a questo tipo di domande oggi. Ma è meglio affrontarle subito – invece il momento in cui stai cadendo dalla scogliera.
Avete sperimentato un cambiamento inaspettato e rapido nel tuo sicurezza del lavoro? Che cosa hai fatto – e che la preparazione suggerireste per gli altri?